Cittadella-Asiago: 0 – 4. Tergeste-Cittadella: 5 – 2.

Quest’articolo potrebbe finire qui visto l’infausto verdetto a nostro sfavore!
Certo, potrei parlarvi delle parate miracolose del piccolo portiere Gabriele Bertollo (che sostituisce il titolare Andrea Pierobon infortunato). Potrei parlarvi dei tentativi di rimonta contro l’Asiago, come quello di Tommaso Scremin all’undicesimo minuto del secondo tempo. Ma nessuno, ahi noi, ha portato a qualche risultato. O ancora del primo goal ad 8 minuti dalla fine contro il Tergeste di Alessandro Cavicchiolo che, in prestito dall’under 12, ha sbloccato un risultato fermo da più di metà partita. E anche della grintosa performance di Alberto Sgambaro che ha collezionato il secondo goal contro il Tergeste a meno di 5 minuti dalla fine.
Ma il risultato rimane lo stesso: 0 a 4 e 2 a 5! Due inesorabili sconfitte!
E, allora, ho deciso di parlarvi di altro oggi: di quello che ho visto dalla panchina dei giocatori come genitore dirigente.
Ho visto una squadra di ragazzini che hanno tentato il tutto per tutto.  Ho visto una ragazzina di appena 13 anni, Maddalena Tiatto, forte di una C stampata sul petto, incoraggiare i suoi compagni di squadra battendo il 5 a tutti in spogliatoio. “Voglio tornare in questo spogliatoio avendo vinto!”. Così ha detto!
Ho visto un ragazzino della stessa età, Francesco Niceforo, a fine giornata chiedere la parola ai compagni e fare un’analisi pacata e lucida della partita. Ho visto tutti i giocatori incoraggiare il portiere nei momenti di forte tensione.

Ho visto un allenatore domare la sua rabbia e delusione per correggere senza abbattere i suoi ragazzi: quanta fatica avrà fatto Marco Grigoletto a contenere la facile sgridata di fronte agli errori. E, invece, l’ho visto rispiegare con calma gli schemi e le azioni provati durante gli allenamenti!

Poi, e forse questo l’hanno visto tutti i presenti, ho visto ragazzi abbracciarsi, ridere, mangiare assieme rintanati in un angolo lontano dai grandi, essere complici, congratularsi fra di loro.
Ho visto lo sforzo di tanti genitori che, col loro impegno, testimoniano la fiducia nei propri figli e la voglia di essere al loro fianco.

E, allora, sapete che vi dico? Avremo perso sulla carta, ma io sento che abbiamo vinto nel cammino della crescita di questi ragazzi. Io mi porto a casa queste emozioni e ricordi che rimarranno ben oltre un campionato.
Grazie ragazzi!

Concetta